Descrizione
Opera in tre atti e cinque quadri
Libretto di Giuseppe Adami e Renato Simoni dall’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi
musica di Giacomo Puccini
(finale completato da Franco Alfano)
Prima rappresentazione
25 aprile 1926, Teatro alla Scala, Milano
Edizioni Ricordi
Interpreti principali
Teresa Romano (Turandot), Marco Voleri (Altoum), Alessandro Spina (Timur), Rubens Pelizzari (Calaf), Maria Teresa Leva (Liù), Leo An (Ping), Saverio Pugliese (Pong), Edoardo Milletti (Pong), Omar Kamata (Un Mandarino)
maestro concertatore e direttore
Carlo Goldstein
scene e regia
Giuseppe Frigeni
costumi Amélie Haas
luci Giuseppe Frigeni
Allestimento Fondazione del Teatro Comunale di Modena
CORO OPERALOMBARDIA
Maestro del coro Diego Maccagnola
Coro di voci bianche Progetto Mousikè
maestro del coro Hector Raul Dominguez
Banda di palcoscenico “Isidoro Capitanio” di Brescia
ORCHESTRA I POMERIGGI MUSICALI
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Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 in tutta l’Europa musicale si sviluppò il gusto per l’esotico e il musicalmente lontano, a cui Giacomo Puccini certamente aderì con almeno tre delle sue opere: dopo aver esplorato il Giappone in Madama Butterfly e il far west ne La fanciulla del West, per il suo ultimo melodramma scelse la Cina e le sue suggestioni musicali. L’idea di comporre Turandot nacque dall’ “incontro” con l’omonima fiaba teatrale di Carlo Gozzi, drammaturgo veneziano coevo di Carlo Goldoni, che scrisse molti testi teatrali di successo successivamente musicati. Perno della vicenda di Turandot è l’evoluzione interiore della protagonista che da “principessa di gelo” si tramuta in donna innamorata, complice la progressiva fascinazione per il principe Calaf, ma soprattutto l’impressione suscitata dal sacrificio di Liù, che per amore rinuncia a tutto, alla vita stessa. E il momento della morte di Liù fu l’ultima pagina musicale completata da Puccini, che abbozzò alcune parti del finale senza tuttavia poterlo portare a termine a causa della sopraggiunta morte per un incurabile tumore alla gola. Su indicazione di Arturo Toscanini, direttore designato per la prima assoluta dell’opera, l’editore Ricordi affidò il completamento del finale di Turandot a Franco Alfano, già allievo del compositore toscano. Alla prima rappresentazione, tuttavia, avvenuta al Teatro alla Scala il 25 aprile 1926, al termine della scena della morte di Liù, Toscanini depose la bacchetta e rivolgendosi al pubblico disse: «Qui finisce l’opera, perché a questo punto il Maestro è morto». Dalle recite successive, Turandot fu rappresentata con il finale di Alfano, un finale sul quale ancora oggi ci si interroga di sovente: dopo il climax emotivo raggiunto con la commovente morte di Liù, il lieto fine è una scelta davvero necessaria? Pare che lo stesso Puccini si sia interrogato a lungo su questo tema prima di morire. E dunque: ai posteri (cioè al pubblico) l’ardua sentenza.
Trama dell’opera
Nome stagione
Stagione 2016-201711.11.2016 - h.20:30
Teatro Amilcare Ponchielli
13.11.2016 - h.15:30
Teatro Amilcare Ponchielli