Descrizione
di Michael Frayn
traduzione Filippo Ottoni e Maria Teresa Petruzzi
regia Mauro Avogadro
con Umberto Orsini, Massimo Popolizio
e con Giuliana Lojodice
scene Giacomo Andrico
costumi Gabriele Mayer
luci Carlo Pediani
suono Alessandro Saviozzi
In un luogo che ricorda un’aula di fisica, immersi in un’atmosfera quasi irreale, tre persone, due uomini e una donna, parlano di cose avvenute tanto tempo prima, quando tutti e tre erano ancora vivi.
Sono gli scienziati Niels Bohr (Orsini), sua moglie Margrethe (Lojodice) e Werner Heisenberg (Popolizio).
Il loro tentativo è di chiarire che cosa avvenne nel lontano 1941 a Copenaghen, quando improvvisamente il fisico tedesco Heisenberg fece visita al suo maestro Bohr in una Danimarca occupata dai nazisti.
Entrambi coinvolti nella ricerca scientifica, ma su fronti opposti, probabilmente vicini ad un traguardo che avrebbe portato alla bomba atomica, i due scienziati ebbero una conversazione nel giardino della casa di Bohr; il soggetto di quella conversazione, ancora oggi, resta un mistero e per risolverlo la Storia ha avanzato svariate ipotesi.
A diciotto stagioni dalla rivelazione della prima versione per l’Italia, Umberto Orsini, Massimo Popolizio e Giuliana Lojodice ridanno vita e personalità al trio dei protagonisti di Copenaghen, avvincente dramma storico-scientifico del commediografo britannico Michael Frayn.
Di questo spettacolo, che debuttò ormai dieci anni fa con la regia di Mauro Avogadro, Franco Cordelli sul Corriere della Sera scrisse:“È raro che un cronista di cose teatrali si arrischi a tanto; è raro che dica, senza mezzi termini, andate a vedere questo spettacolo, andatelo a vedere tutti, in specie voi che non andate mai a teatro, voi che lo detestate, o credete di detestarlo. (…) Copenaghen è teatro di una semplicità disarmante e di una intensità espressiva senza pari.”