diversaMente
Descrizione
drammaturgia, regia, interpretazione Daniele Timpano
collaborazione artistica Elvira Frosini
aiuto regia, aiuto drammaturgia Alessandra Di Lernia
oggetti di scena Francesco Givone
luci Dario Aggioli e Marco Fumarola
editing audio Marzio Venuti Mazzi
Desolato, io non c’ero quando è morto Moro. Aldo è morto senza il mio conforto. Era il 9 maggio 1978. Non avevo ancora quattro anni. Quando Moro è morto, non me ne sono accorto.
Ma dov’ero io quel 9 maggio? E cosa facevo? A che pensavo? E soprattutto a voi che ve ne importa? È una cosa importante cosa facevo e che pensavo io a tre anni e mezzo?
Aldo è morto, poveraccio. Aldo Moro, lo statista. Che un certo Moro fosse morto l’ho scoperto alla televisione una decina di anni dopo, grazie a un film con Volontè. Un film con Aldo morto. Ci ho messo un po’ a capire fosse tratto da una storia vera.
Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro? E quando? Perché? E come? Lo hanno trovato nel bagagliaio di una Renault 4 rossa, undici colpi sparati a bruciapelo addosso. Oh, mio Dio! Hanno ammazzato Moro! Brutti bastardi.
Evabbè, pazienza. Niente di importante. Cose che capitavano negli anni ’70. Bisognava fare la rivoluzione.
Chi? Brigate rosse.
Era il 9 maggio del 1978. Non avevo ancora quattro anni.
Brigate rosse, sì. Ma rosse in che senso?
Un attore nato negli anni ’70, che di quegli anni non ha alcun ricordo o memoria personale, partendo dalla vicenda del tragico sequestro di Aldo Moro, trauma epocale che ha segnato la storia della Repubblica italiana, si confronta con l’impatto che questo evento ha avuto nell’immaginario collettivo. In scena, assieme al suo corpo e a pochi oggetti, solo la volontà di affondare fino al collo in una materia spinosa e delicata senza alcuna retorica o pietismo.
Diritto di critica: concorso di critica teatrale
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